Credito d’imposta e Zes Unica 2025

Il Credito d’Imposta ZES è una misura agevolativa introdotta per sostenere gli investimenti delle imprese che operano o intendono operare all’interno delle Zone Economiche Speciali. Queste aree, istituite in Italia con il Decreto-Legge n. 91/2017, sono caratterizzate da specifici benefici fiscali e procedurali, con l’obiettivo di attrarre capitali e favorire lo sviluppo industriale nel Mezzogiorno.

Con la Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023), il credito d’imposta è stato rinnovato per il 2025, ma con importanti novità strutturali. La principale riguarda l’istituzione della ZES Unica per il Mezzogiorno, attiva dal 1° gennaio 2024 e che comprende tutte le regioni del Sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Questa semplificazione consente una maggiore uniformità nella gestione delle agevolazioni e una più ampia possibilità di accesso per le imprese.

Il credito d’imposta viene concesso alle imprese che effettuano nuovi investimenti in beni strumentali materiali, destinati a strutture produttive situate all’interno della ZES Unica.

L’incentivo ha l’obiettivo di incentivare investimenti reali e duraturi, privilegiando le imprese che creano nuova occupazione e rafforzano il tessuto produttivo locale.

Requisiti

Il credito d’imposta ZES 2025 è rivolto a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica e dal regime contabile adottato, che operano in una delle regioni ricomprese nella ZES Unica del Mezzogiorno.

Tuttavia, per poter accedere all’agevolazione, è necessario rispettare alcuni requisiti fondamentali stabiliti dalla normativa e dai successivi provvedimenti attuativi.

Requisiti principali:

  • Localizzazione: l’investimento deve essere realizzato in una delle regioni che fanno parte della ZES Unica.
  • Natura dell’investimento: devono trattarsi di nuovi investimenti in beni strumentali materiali, come macchinari, impianti, attrezzature o anche l’acquisto, la costruzione o l’ampliamento di immobili destinati a uso produttivo.
  • Finalità produttiva: i beni devono essere destinati a strutture produttive già esistenti o di nuova costituzione localizzate nella ZES.
  • Regolarità contributiva e fiscale: l’impresa deve essere in regola con i versamenti contributivi (DURC regolare), non deve trovarsi in stato di liquidazione volontaria, fallimento o altre procedure concorsuali.
  • Vincoli di utilizzo: i beni agevolati devono rimanere nella struttura produttiva per almeno 5 anni, o 3 anni nel caso di piccole imprese.

Inoltre, non possono accedere all’agevolazione:

  • Le imprese in difficoltà, secondo la definizione comunitaria;
  • Le imprese che operano in alcuni settori esclusi dai regolamenti UE, come ad esempio la produzione primaria di prodotti agricoli, la pesca e l’acquacoltura.

Il credito è concesso secondo i massimali previsti dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, approvata dalla Commissione Europea, che stabilisce percentuali diverse a seconda della dimensione dell’impresa e della regione.

Investimenti agevolabili

Il credito d’imposta ZES 2025 si applica agli investimenti che fanno parte di un progetto di investimento iniziale, realizzato dal 1° gennaio 2025 al 15 novembre 2025, finalizzato all’avvio di una nuova attività produttiva o all’ampliamento di una già esistente, all’interno della ZES Unica del Mezzogiorno. L’incentivo copre un ampio spettro di beni strumentali nuovi, purché destinati a strutture produttive ubicate in una delle regioni ZES e direttamente collegati all’attività d’impresa.

Gli investimenti ammissibili comprendono:

  • Macchinari, impianti e attrezzature varie, nuovi di fabbrica e funzionali alla trasformazione o produzione di beni o servizi;
  • Terreni e immobili strumentali: rientrano nell’agevolazione sia l’acquisizione che la realizzazione o l’ampliamento di immobili destinati ad attività produttive.

Limite importante: il valore complessivo di terreni e fabbricati non può superare il 50% del totale dell’investimento agevolato. Questo per garantire che la misura si concentri su investimenti realmente produttivi e non speculativi.

Inoltre, sono ammessi anche gli investimenti effettuati tramite contratti di locazione finanziaria (leasing), a condizione che al termine del contratto sia previsto il riscatto obbligatorio del bene.

Requisiti ulteriori:

  • Il progetto di investimento deve avere un valore minimo di 200.000 euro. Investimenti inferiori non danno diritto all’agevolazione.
  • I beni acquistati devono essere nuovi, strumentali all’attività d’impresa e restare nella disponibilità dell’azienda per almeno 5 anni (3 per le piccole imprese).
  • Sono esclusi i beni usati, i mezzi di trasporto e i beni a utilizzo promiscuo.

Questa misura, se ben pianificata, consente alle imprese di effettuare investimenti strategici riducendo sensibilmente l’impatto fiscale, favorendo l’ammodernamento e la crescita delle attività imprenditoriali nel Sud Italia.

Entità del credito

L’entità del credito d’imposta ZES 2025 varia in base alla regione in cui viene realizzato l’investimento e alla dimensione dell’impresa. Le percentuali di agevolazione sono stabilite in conformità con la Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, approvata dalla Commissione Europea. Questo strumento definisce i massimali di aiuto applicabili nelle diverse zone del territorio nazionale, con l’obiettivo di garantire una corretta distribuzione degli incentivi in base al livello di svantaggio economico dell’area.

Aliquote di agevolazione:

 Le imprese devono verificare l’esatta localizzazione dell’investimento per applicare la corretta percentuale. La classificazione delle zone è basata sul livello di sviluppo economico delle stesse, e le aliquote sono pensate per incentivare in particolare le piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano il cuore dell’economia del Sud.

Importante:

  • Le percentuali si applicano sul valore complessivo dell’investimento agevolabile;
  • Il credito è utilizzabile esclusivamente in compensazione, tramite modello F24, a partire dalla data di autorizzazione;
  • Non concorre alla formazione della base imponibile IRPEF/IRES né IRAP;
  • È cumulabile con altre agevolazioni, purché non si superino i limiti fissati dalla normativa sugli aiuti di Stato (salvo diversa disposizione per specifici strumenti come il Piano Transizione 5.0).

Il rispetto dei limiti e delle condizioni è fondamentale per evitare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. In caso di indebita fruizione, il credito d’imposta verrà recuperato con sanzioni e interessi.

Tempistiche e procedura

Per beneficiare del credito d’imposta ZES 2025, le imprese devono seguire una procedura articolata in due fasi, secondo quanto stabilito dal decreto attuativo e dalle istruzioni dell’Agenzia delle Entrate. È fondamentale rispettare le scadenze previste per non perdere il diritto all’agevolazione.

Fase 1 – Comunicazione preventiva (dal 31 marzo 2025 al 30 maggio 2025):

In questo periodo le imprese devono comunicare all’Agenzia delle Entrate:

  • L’ammontare delle spese ammissibili già sostenute;
  • L’ammontare delle spese che prevedono di sostenere entro il 15 novembre 2025.

Questa comunicazione ha valore prenotativo e consente all’Agenzia di verificare il rispetto del plafond disponibile. Deve essere presentata in modalità telematica, utilizzando il modello che sarà reso disponibile sul sito dell’Agenzia.

Fase 2 – Comunicazione finale (dal 18 novembre 2025 al 2 dicembre 2025):

Al termine del periodo agevolabile, le imprese devono inviare una comunicazione integrativa, nella quale:

  • Attestano di aver effettivamente realizzato gli investimenti indicati nella comunicazione iniziale;
  • Dichiarano l’ammontare effettivo del credito d’imposta maturato, calcolato in base agli investimenti realmente sostenuti;
  • Inseriscono gli estremi delle fatture elettroniche e della certificazione prevista, redatta da soggetti abilitati (commercialisti, revisori, ecc.).

Da ricordare:

  • Sono agevolabili solo gli investimenti realizzati dal 1° gennaio al 15 novembre 2025, rientranti in un progetto di investimento iniziale, e relativi a:
    • Macchinari, impianti e attrezzature nuove;
    • Terreni e immobili strumentali (acquisto, realizzazione o ampliamento), nel limite del 50% del valore totale dell’investimento.
  • Non sono ammissibili i progetti d’investimento con un costo inferiore a 200.000 euro.

Il rispetto puntuale delle scadenze e l’accuratezza della documentazione sono fondamentali: errori o ritardi potrebbero compromettere l’ottenimento dell’agevolazione.